Le interviste di Don Giampiero Armano: una prima riflessione
12 aprile 2023
Il lascito di Don Gianpiero Armano all’Associazione “Memoria della Benedicta”, ora inventariato nel “Fondo Armano”, in deposito presso l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in Provincia di Alessandria, si compone di diverse parti, alcune delle quali originali, altre ricavate da altri fondi e archivi e raccolte nel Fondo.
Dal primo intervento di catalogazione, curato dall’ISRAL attraverso la cooperativa “ARCA”, è emerso il quadro di un materiale composito, articolato per sommi capi in otto serie, attraverso le quali i curatori indirizzano verso una prima presa d’atto della consistenza e della peculiarità delle fonti raccolte.
Molte di esse, sono di indubbio interesse nel narrare la molteplicità di interessi di Giampiero, che rende evidente il collegamento, mai perso di vista, tra il suo lavoro sulla Benedicta e la curiosità culturale e didattica verso altri temi e figure di protagonisti della contemporaneità.
In larga parte, sono tratte a loro volta da altri fondi e archivi, pubblici e privati, da ricognizioni sulla stampa periodica, e da altri repertori. Altre ancora lasciano traccia delle iniziative organizzate negli anni dall’Associazione già negli precedenti alla sua presidenza, che dalla costituzione nel 2003 abbracciano il periodo guidato da Andrea Foco: in particolare nelle occasioni ufficiali e nel rapporto con la scuola.
Molto sommariamente, si può perciò affermare che il “Fondo Armano” apre le porte a diverse possibilità di ricerca: sulla biografia di un sacerdote, intellettuale, insegnante e animatore culturale, che ha per lungo tempo connotato la vita sociale della comunità alessandrina e delle comunità che furono teatro della vicenda della Benedicta; sulle specifiche peculiarità della Resistenza nell’area dell’Appennino ligure-piemontese, che ancora costituiscono materia incandescente di riflessione storiografica; sui molteplici fronti di riflessione aperti in questi anni nel campo culturale locale, organizzati da istituzioni, associazioni e personalità di differente matrice intellettuale.
Di tutta l’ingente documentazione che ci è stata generosamente affidata, abbiamo avviato in questi anni, compatibilmente con la relativa “scarsità” di risorse e le possibilità di un lavoro prevalentemente volontario, un primo processo di digitalizzazione, che si è concentrato in modo particolare sul repertorio delle audio-cassette e su alcuni altri materiali in formato VHSC, DVM, DVC: vale a dire su un gruppo di fonti per gran parte “di prima mano”, in quanto costruite direttamente da Giampiero, calato nei panni più classici dello storico orale, impegnato, registratore alla mano, a raccogliere nuove informazioni e piste di ricerca dai testimoni della storia.
Al centro di questo peculiare repertorio c’è, ovviamente, il macro-evento dell’eccidio consumato nell’aprile del 1944: l’eccidio della Benedicta, la più grande strage di partigiani combattenti di tutta la storia della Resistenza italiana, il cuore pulsante, specificamente indicato, delle ragioni per le quali nella seconda metà degli anni ’90 alla Provincia di Alessandria fu assegnata la medaglia d’oro al valor militare, per i meriti acquisiti nella lotta di liberazione dell’Italia.
Non mancano, tuttavia, audiocassette il cui contenuto, pur gravitando sulle tematiche resistenziali, è stato raccolto da altri, o riguarda esperienze e memorie della e sulla guerra di liberazione, ma non direttamente collegate alla Benedicta. Ancora, diversi sono i materiali raccolti in questa sezione che aprono importanti angoli visuali sul rapporto sempre vivo intrattenuto da Giampiero Armano con il pensiero e le attività comunitarie di matrice sociale e religiosa, che egli non smise mai di collocare al centro della propria riflessione.
Tuttavia, pur consapevoli di operare una forzatura riduttiva della sua poliedrica personalità intellettuale, abbiamo ritenuto di dover concentrare una prima, sommaria riflessione sulla parte delle audio-cassette più direttamente collegate al tema che costituisce la ragione sociale primaria della nostra attività.
Sono poco meno di una trentina le audio-cassette contenenti la testimonianza orale di protagonisti, diretti nel caso di partigiani combattenti scampati all’eccidio, indiretti nel caso di congiunti, amici o appartenenti alle comunità locali, dedicate alla storia della Benedicta partigiana e alla strage che quella storia troncò brutalmente, anche se non definitivamente: poiché diversi tra coloro che scamparono alla carneficina della settimana Santa 1944 proseguirono la loro lotta o in altri ambiti dell’Appennino ligure-piemontese o nella stessa area del Tobbio.
Tre sono le cose che sommariamente si possono da subito sottolineare. La prima: pressoché tutte le audio-cassette che hanno per argomento la vicenda della Benedicta sono significativamente antecedenti il periodo in cui Giampiero svolse la funzione di presidente dell’Associazione. Solo poche scavallano il 2010, mentre più numerose sono quelle che risalgono a diversi anni addietro; a indicare, intanto, la proficua collaborazione stabilita da subito con l’allora presidente, Andrea Foco, sin dal momento della nascita dell’Associazione nel, 2003 e, nondimeno, a segnalare il legame profondo maturato da don Armano fin dalla prima giovinezza con le comunità di quell’area, e in particolare con Voltaggio.
La seconda: le audio-cassette contengono complessivamente interviste di differente natura; alcune condotte in solitaria, a tu per tu con il testimone, solitamente incalzato con domande puntuali su taluni aspetti della lotta partigiane, non di rado quelli maggiormente controversi e generatori di tensioni all’interno di una compagine resistenziale che sappiamo essere stata assai composita e, non poche volte, animata da una vivace dialettica interna. Non mancano, e anzi sono particolarmente stimolanti, le interviste collettive, nelle quali il dialogo o, talvolta, il contraddittorio tra i testimoni presenti non solo vivacizza il racconto ma consente di affinare meglio il racconto scaturente dalla memoria.
La terza: sono molteplici i frangenti narrati, sui quali le audio-cassette del “Fondo Armano” aprono nuove piste di lettura e di interpretazione storica dei fatti: non tanto alla ricerca di chissà quali rivelazioni inedite, quanto all’esigenza di scandagliare ulteriormente la ricca densità di motivazioni esistenziali, familiari, ideali, sottesa alla scelta partigiana. Una densità che in moltissimi casi precede, nel dare massa corporea al nascente movimento partigiano, le ragioni politiche e di tattica militare sottese all’azione dei comandi riuniti nei Comitati di Liberazione Nazionale.
Naturalmente, le suggestioni che derivano da questo primo e parziale approccio stimolano ulteriormente la volontà di proseguire: completando nei prossimi tempi la digitalizzazione del Fondo, che merita di essere consegnato al pubblico nel suo complesso: per quanto dice non solo a proposito della Benedicta ma più in generale sulla biografia intellettuale di colui che lo ha formato e, inevitabilmente, su un capitolo significativo della vita culturale alessandrina degli ultimi decenni.
E poi incrociando le emergenze della porzione del Fondo Armano dedicata alla Benedicta con gli altri ricchissimi fondi che sulla stessa tragica vicenda sono stati raccolti, negli anni, dalle principali istituzioni di ricerca alessandrine e genovesi, sia di natura pubblica sia privata. Senza trascurare la possibilità, a nostro giudizio ancora aperta, di poter mettere nei prossimi tempi le mani su altri repertori di fonti, magari annidati in più riservati ambiti familiari, che il nostro lavoro potrebbe indurre ad aprirsi.
Tutto quanto detto sin qui, seppur in maniera brutalmente schematica, perderebbe di potenzialità se, insieme al lavoro specifico sulle fonti contenute nel Fondo Armano non ci fossimo curati, e non ci curassimo, di come rendere il più agevolmente possibile fruibili gli esiti del nostro lavoro di digitalizzazione, rendendone fruibili i materiali a un pubblico il più possibile largo.
Anche per questa ragione, abbiamo accompagnato la prima tranche di lavoro sui documenti con la ristrutturazione e la riorganizzazione del nostro sito web, sino ad oggi denominato www.benedicta.org, che nella sua nuova impostazione, in linea già in questi giorni, si chiamerà web.benedicta.org e svolgerà non più soltanto la funzione di indicare gli elementi statutari e organizzativi della nostra Associazione, di restituire le sommarie informazioni sull’episodio storico da cui essa trae la propria ragione d’essere, di comunicare e documentare le iniziative da essa svolte.
Il nuovo sito si configura anche come l’interfaccia di un caveau digitale, dal quale estrarre fonti e documenti riguardanti, in particolare, la vicenda dell’eccidio, delle sue premesse nelle fasi precedenti della lotta di liberazione svoltesi nell’area del Monte Tobbio e non solo, delle sue conseguenze sulle fasi successive della Resistenza. I materiali via via digitalizzati saranno collocati su due diversi livelli del caveau appena richiamato: un primo livello sarà facilmente accessibile a tutti con un semplice click e l’utilizzo di un comune motore di ricerca; mentre un secondo livello sarà invece accessibile a studiosi e ricercatori, mediante le chiavi di accesso che sarà direttamente l’Associazione a gestire e fornire.
Il nuovo sito è, un work in progress, che cercheremo progressivamente di rendere più affidabile e funzionale. E, se riusciremo nell’intento, anche più efficace nello stimolare curiosità, domande, suggestioni a proposito della storia che siamo chiamati a raccontare. Di questo obiettivo fa parte il “progetto nel progetto” di dedicare a ciascuno dei protagonisti (almeno per tutti coloro per i quali sarà possibile farlo) una scheda sintetica che ne illustri il volto e ne racconti la storia. Cominciando proprio da coloro che hanno voce nelle interviste di cui abbiamo parlato.
Daniele Borioli
Presidente dell'Associazione Memoria della Benedicta