PARTIGIANI SEMPRE! I sentieri del ritorno n.2


Quando il giudice chiese a Spartaco Fontanot come mai lui che era italiano combattesse per la Francia, Spartaco rispose che la patria per un operaio, è là dove lui lavora.

Giorgio Marincola, nome di battaglia Mercurio, è forse l’ unico partigiano mulatto a combattere per la Resistenza. La “Patria italiana” lo esenta dagli obblighi di leva: il Duce non vuole meticci tra le file dei suoi militari. Mercurio è uno degli ultimi caduti della Resistenza italiana, forse l’ unico di madre africana, muore il 5 maggio 1945, in val di Fiemme mentre sta per controllare un camion di ss che esponeva bandiera bianca ma nonostante questo, i tedeschi aprono il fuoco e lo uccidono. Medaglia d’ oro al valore. Afferma: ”Sento la patria come una cultura e un sentimento di libertà, non come un colore qualsiasi sulla carta geografica…La patria non è identificabile con dittature tipo quella fascista. Patria significa libertà e giustizia per i popoli del Mondo. Per questo combatto contro gli oppressori”.

Postfazione ad "Asce di guerra":

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Il popolo basco afferma da sempre che essere basco significa innanzitutto parlare basco. Ciò riserva delle sorprese al turista, che scopre all' improvviso come il suo interlocutore, basco tra i baschi, abbia un nome fiammingo; è il caso di Jean-Marie Venmhans, detto Achille, celebre caffettiere e presidente dei souletini.

Le guide routard, Paesi Paschi e Francia ed 2001/2002, il Viaggiatore*

*il titolo della guida è scorretto, si dice Paese Basco (Euskal Herria), non Paesi Baschi, poichè seppur politicamente diviso fra Spagna e Francia i baschi lo considerano un paese unico.

"L'Italia è una comunità nazionale leggera: ha scarso senso civico e non si riconosce in interessi generali. Si accende episodicamente come una comunità di sentimenti: il cordoglio per una scomparsa, la gioia per un successo sportivo talvolta denunciano il desiderio di condividere emozioni e sentire momenti di unità. L'unità, quando non sia frutto di conformismo, è un valore; ma raramente la storia italiana ha visto perseguito questo obiettivo. 


La patria ha sempre stentato a diventare una categoria del senso comune, perché gli italiani hanno coltivato con particolare passione l'interesse privato, perché sono spesso caduti nella tentazione delle lotte di fazione e delle guerre civili, perché sono soliti ignorare la loro storia e dividersi in estenuanti rese dei conti. In realtà, proprio la storia dice che la vera risorsa degli italiani è stata la loro diversità, l'incontro e lo scambio fra culture diverse, le addizioni di genti differenti. 


Ne sono testimoni l'arte e la letteratura, i modi di vivere e il gusto: questa è la patria che gli italiani possono vantare, un mondo aperto e non esclusivo; questa è l'idea da proporre contro la tentazione di nuove chiusure nazionalistiche e di improbabili definizioni identitarie. Oggi, in particolare."

Walter Barberis insegna storia moderna e metodoligia della ricerca storica presso l' università di Torino, è antore del saggio "Il bisogno di patria" Einaudi 2004
Walter Barberis insegna storia moderna e metodoligia della ricerca storica presso l' università di Torino, è antore del saggio "Il bisogno di patria" Einaudi 2004

Il primo giugno di quest' anno, in occasione dell' anniversario della proclamazione della Repubblica, su radio 3, Susanna Tartaro ha aperto la puntata di Fahrenheit riflettendo sul "Bisogno di Patria" attraverso un intenso dialogo con il professor Walter Barberis, autore dell'omonimo saggio.

Barberis rileva una aspetto importante, sostiene che nella storia italiana sono state le Costituzioni, lo Statuto Albertino prima e la Costituzione italiana nata dalla Resistenza poi, a creare nelle popolazioni italiane un vero sentimento di unità, solido, capace di innescare dei processi che hanno sviluppato percorsi di cultura comune. 

Su rai Play Sound è possibile ascoltare una serie di podcast dal titolo “Storie della Resistenza”, realizzati in occasione del 25 aprile. https://www.raiplaysound.it/audio/2023/05/Storie-della-resistenza-Ep07-Filippo-Focardi-La-memoria-della-Resistenza-cb5505b6-f98a-497b-ba09-8c43411ffeb9.html 


In particolare quello di Filippo Focardi, “La memoria della Resistenza”, cita una dichiarazione di De Gasperi, erano gli anni 50’, gli anni del primo tentativo revisionista di attacco alla memoria della Resistenza, dato dalla guerra fredda e dallo scontro politico che ne consegue, anche in Italia e che riguarda l’ esclusione da ogni forma di partecipazione delle associazioni e dei partiti alle celebrazioni del 25 aprile, con l’ obiettivo di colpire i comunisti.

De Gasperi afferma “siamo noi quelli che hanno fatto la vera resistenza, perché non combattevamo per un partito ma solo ed esclusivamente per la Patria”.

La composizione sociale dei martiri della Benedicta è varia: per semplificare si possono dividere in due grandi macro-gruppi: contadini, soprattutto provenienti dai paesi del versante piemontese e operai comunisti dal genovesato. La maggioranza dei ragazzi che ha perso la vita durante il rastrellamento sono proprio i giovani provenienti dalle famiglie contadine del Piemonte.

Questi ragazzi erano nati e cresciuti durante il fascismo, circondati da quella cultura e dalle sue parole d’ ordine: patria, nazione, impero, ordine, razza superiore. Del comunismo, della democrazia, della possibilità di lottare per i diritti degli oppressi sapevano poco o niente. Eppure nel febbraio 1944 alla pubblicazione del bando Graziani scelsero in massa la strada della montagna.

Non salirono in montagna per la Patria, se avessero scelto la Patria, come afferma De Gasperi, avrebbero scelto di combattere al fianco della Repubblica di Salò, in fondo era l’ unico concetto di patria che conoscevano. A spingerli fu il rifiuto della Patria ovvero una tensione verso l’ elaborazione di un concetto nuovo di patria stessa.

Partigiani Sempre! è un reading, è uno spettacolo e un disco-libro, testo di Massimo Carlotto, testi e musiche originali di Maurizio Camardi e degli Yo Yo Mundi.


Partigiani Sempre! è un progetto collettivo che vuole essere esportato, per collegare storie resistenti, nuove patrie, nuove culture.

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